GRAZIANO CECCHINI IN
AA.VV. Al di la della Destra e della Sinistra....
Dopo il Libro Manifesto Nuova Oggettività
“ La Carmelina,
2013”
A cura di Sandro
Giovannini e Roby Guerra
Prefazioni di:
Giovanni Sessa, Sandro Giovannini, Roby Guerra, Antonio Saccoccio, Graziano
Cecchini, Luigi Tallarico, Zairo Ferrante
INTERVISTE A: Luigi Tallarico, Antonio Saccoccio, Luigi
Sgroi,,Giovanni Sessa, Francesco Sacconi, Paolo Melandri, Vitaldo Conte, Giuseppe Casale, Stefano Vaj, Marcello
Francolini, Antonio Fiore, Alberto Ferretti, Emilio Diedo, Pierluigi
Casalino (*di Alessia Mocci), Graziano Cecchini, Alessio Brugnoli, Zairo Ferrante, Sylvia
Forty, Maurizio Ganzaroli, Riccardo Roversi-Zairo Ferrante - Luca Siniscalco, Maria Antonietta Pinna, Giuseppe Manias, Giovanna Guardiani, Francesca
De Carolis, Daco, Seconda Carta, Mauro
Biuzzi, Roby Guerra, Sandro Giovannini.
“….Recuperare
l’eroismo della persona ed inserirlo nel progetto della comunità, significa
veramente andare realisticamente al di là della destra e della sinistra,
qualsiasi cosa temano i nostalgici di qualsiasi provenienza o setta. .”
Sandro Giovannini
“… Contro la nobile sterile casta destrorsa/sinistrorsa,
neuroni specchio avariati... Da rott-amare!
Compresi Laio, Giocasta e Edipo... Noi negli anni dieci/duemila siamo figli di
Icaro e Venere, semmai, nati nella nuova Odissea, monoliti e Hal 9000 infanti..” Roby Guerra
INTERVISTA A
GRAZIANO CECCHINI: futurismo-arte-rivoluzione (ESTRATTO)
D
– Graziano, recentemente un tuo grande
ritorno all'arte contemporanea e alla "Pittura" pura. Decine di nuove
opere, dall'eremo toscano... in realtà un ritorno. Pochi
sanno che tu dipingi da decenni!
R- Il mio primo quadro
risale a quando avevo dodici anni. Da allora non viaggio mai senza un blocco
dove prendere “appunti” per i quadri futuri.
E devo ammettere che la mia
produzione è difficilmente catalogabile e incasellabile in un unico stile. Per
me è molto importante il percorso artistico che porta a nuove provocazioni e
nuovi stili. La pittura è anche alla base delle mie performance, se non avessi
conosciuto i colori, i pigmenti, non sarei mai riuscito a creare l’impatto
visivo di certi contrasti cromatici. Fontana di Trevi non sarebbe mai esistita
e così Piazza di Spagna. Loro sono la punta dell’iceberg della mia produzione
artistica. In Toscana l’ampio spazio a disposizione mi ha dato la possibilità
di affrontare tele importanti e di confrontarmi con la scultura. Marmo, legno….
A volte non ci credono, ma per me non è affatto difficile spaziare da un quadro
ad una scultura per poi dedicarmi allo studio anatomico di una mano o
all’architettura di un palazzo. Anche se da autodidatta, ho studiato sempre e
continuo a farlo. Ecco perché mi incazzo quando, ancora oggi, spacciano per
provocazioni tele imbrattate da secchiate di vernici o stupidaggini del genere!
Di fronte a opere come quelle chiedo sempre: “bene, ora fatemi vedere come ci
siete arrivati, qual è il percorso, il significato…”.
Il taglio della tela fatto
da Fontana non voleva essere un’opera d’arte. Voleva essere un messaggio, un
punto di non ritorno: da quel momento in poi bisognava “andare oltre”, oltre la
superficie, oltre la prima percezione delle cose.
Oggi non si possono
continuare a fare tagli sulle tele! Oggi non ha più senso! Bisogna tornare
indietro per andare avanti. E’ l’unico modo per dare all’arte qualcosa in più.
Sfruttare la tecnologia senza dimenticare le grandi tecniche del passato.
Nessun commento:
Posta un commento
noi cani senza lacci ne padroni