lunedì 8 dicembre 2014

Futurismo Oggi 2000


Futurismo Oggi 2000, n. 05
Roberto Guerra (a cura di) AA.VV., La Grande Guerra Futurista. World War I – Centenario 1915- 18. Italo Balbo Trasvolatore












mercoledì 29 ottobre 2014

Transhumanist ART in Italy: MANIFESTO









01 11 2014 Transhumanist ART in Italy: MANIFESTO
La nota affermazione di Marinetti sul disprezzo delle donne contenuta nel suo manifesto futurista, che in qualità di donna di primo acchito potrebbe lasciarmi attonita e disgustata, è in realtà solo figlia del suo tempo. Fortunatamente disponiamo anche di un punto di vista femminile sul futurismo: leggendo attentamente il coevo testo della Valentine de Saint-Point, autrice del Manifesto della Lussuria e del Manifesto della donna futurista, si comprende che egli non si riferiva tanto al genere femminile in toto, bensì a quel femminino molle, femminista e degenerativo trasversale ad ambo i sessi e ritenuto antipatriottico, antieroico, non attivista, pacifista e buonista, affatto adatto al "virile" progetto rivoluzionario futurista. 

Quello che Valentine cercava di esprimere con le parole, un'artista idealmente a me molto   vicina, Tamara de Lempicka, lo esprimeva egregiamente con i suoi tratti di pennello.
Contemporaneamente, dall'altra parte del mondo e su basi ideologicamente contrapposte, Frida Kahlo esprimeva potentemente, attraverso le sue stigmate, l'archetipa sofferta energia femminile alla luce dei nuovi tempi.

Il prototipo di entrambe queste eroiche e "virili" protagoniste del XX secolo era Artemisia Gentileschi, la prima pittrice donna che realmente influenzò la storia della pittura del diciassettesimo secolo, contro ogni stereotipo oscurantista del ruolo femminile. Sempre dal futuro anteriore o ancora.

Ora, nel XXI secolo, (quando tutti dovevamo avere macchine volanti) la condizione femminile non è poi così diversa da quella della Roma papalina della fine del Cinquecento: solo poche donne hanno il coraggio e l'onestà intellettuale di ribellarsi al vigente status quo ed esprimere se stesse e la propria vera natura femminile, anche usando il proprio corpo in risposta a quella etichettatura banale e bassamente sessista che oramai da secoli pesa su di noi. Artiste come l'Abramovic, la Vita-More, la Anderson, Madonna e pochissime altre ne sono testimonianza pulsante.

Per quanto mi riguarda, io stessa, attraverso le mie opere transfuturiste, voglio generare nello spettatore un impulso elettrico che riaccenda quell'encefalogramma piatto tipico di gran parte dell'attuale umanità, risvegliando anche solo per un istante la coscienza di quelle poche emozioni che da sempre hanno distinto l'essere umano dagli animali e ultimamente anche dalle nascenti macchine pensanti.

Che cosa è quindi il transumanesimo artistico, almeno in Italia, dopo ormai quasi 30 anni di transumanesimo internazionale, una decina dalle nostre parti, e dopo il ritorno del futurismo, conclamato dalla grande retrospettiva al Guggenheim del 2014 (a cura di Vivien Green, una donna!)? 
L' arte transumanista in Italia è attualmente operativa in alcuni percorsi complementari e sul piano concettuale fa ovviamente riferimento al Transumanesimo italiano e al neo futurismo o futurismo contemporaneo.

Basti citare i vari Riccardo Campa, Stefano Vaj, Roberto Guerra, Antonio Saccoccio, Vitaldo Conte, Sandro Giovannini, Graziano Cecchini, Luca Siniscalco (quasi tutti anche artisti o scrittori con una notevole pubblicistica editoriale di alto livello), che evidenziano la stessa sinergia contemporanea futurismo-transumanesimo… Stefano Vaj l'ha dichiarato anche in una intervista su hPLus magazine, Guerra l'ha scritto in diversi suoi saggi; Saccoccio, Guerra e Cecchini sono persino stati ospiti a Transvision 2010, il congresso internazionale transumanista.
Cecchini è attivo nell'arte contemporanea pura d'avanguardia, prossimo sia alla Street Art che alla cosmopittura neorinascimentale, erede del dinamismo boccioniano e dell'aeropittura storica.
La mia arte (contemporanea e strettamente Visual) si estende dalla nuova tradizione al digitale stesso: fonde la classica e antica tecnica pittorica dell’olio su tela ed esprime pienamente quel concetto di principio proattivo perfettamente in linea con le teorizzazioni dell’ artista multimediale Natasha Vita-More (madre dell' arte transumanista internazionale) e spiritualmente espresse dalle performances artistiche di Marina Abramovic. Si potrebbe anche dire che musicalmente le mie opere amano le atmosfere acustico-tecnologiche della stessa Laurie Anderson. La mia pittura esprima anche una certa inquietante sensualità: per me non è un plusvalore volutamente aggiunto, ma semplicemente un riflesso inconscio della mia interiorità. Quello che faccio è profondamente ispirato alla mia esperienza lavorativa nel campo dell’industrial design e della modellazione matematica 3D, quindi ognuno può interpretarlo autonomamente, in base alla propria esperienza estetica.
Infine, negli ultimi lavori, esposti nelle mostre Transhuman Woman e Omegalfa (nel 2013 e nel 2014), intendo esprimere quel misto di speranza e paura tipica degli “ultimi giorni dell’impero”, quando tutti, più o meno consapevolmente, stanno traghettando attraverso quel periglioso tratto di mare che conduce verso una nuova e misteriosa epoca della nostra storia, che per la prima volta potrebbe diventare finalmente transumana, sperando altresì che non diventi inumana.

Giancarla Parisi, Pittrice, Torino

Roberto Guerra, Poeta, Ferrara


FIRMATARI:

Diofebo Meli Lupi di Soragna
Paolo De Grandis
Alberto Felice Valli Fassi von Karuck Soheve
Graziano Cecchini
Andrea Andyfluon Fumagalli
Fabio Moretti
Alessio Varisco
Chiara Boni
Marco Bottaro
Giacomo Busulini
Alfonso Rossi
Cristina Castillo
Guido Geuna
Mariano Annoni
Igor Bergese
Giuliano Ottaviani
Alessandro Delle Cese
Maurizio Pio Rocchi
Ivan Falcone
Maurizio Pieroni
Sandro Paoli
Pier Francesco Cagliari
Andrea Canessa
Tiziano Lippmann
Canio Guglielmi
Riccardo Leto
Elio Giacomelli
Nancy M.Rock
Gabriele Adami
Samuele Scognamiglio
Tony Parvizyar
Paolo Camaiora
David Campagnola
Alberto Barili
Claudio Bersano
Rocco Campanozzi
Gaetano Baldi
Luca Siniscalco
Rudy Barborini
Guillermo Torrent
Domenico Scala
Stefano Sutti
Emilio Diedo
Vitaldo Conte 
Paolo Melandri

Nicola Calì

Sandro Giovannini

Zairo Ferrante

Giuseppe Vatinno

Giuseppe Barbaro

Antonio Saccoccio

Vanessa Pignalosa

Sylvia Forty

Francesco Martin

Miroslava Hàjek

Maria Antonietta Pinna

Mary Blindflowers

Emanuele Luca Maria Berra


Domenico Roosewelt Scarpa



INFO
 HYPERLINK "http://www.italiannetwork.it/news.aspx?id=20253"ITALIAN NETWORK Cultura italiana nel mondo ROMA

G.P. ART RHAPSODY  HYPERLINK "https://www.youtube.com/user/Rhapsodiable"YOU TUBE









mercoledì 27 agosto 2014

AlbisolA(IN)Art 2014


Comunicato stampa

Paolo Anselmo, Graziano Cecchini,  Klaus Joans e Alfiero Tavani
presentano

Albisola(in)Art
Ceramiche e non solo.
…cosa c’è di meglio di una mostra per dare colore ai giorni grigi di questa estate che non c’è?
E allora eccoli:
Paolo Anselmo con il suo surrealismo, i suoi colori, la sua sana follia e il suo zoo;
Graziano Cecchini artista futurista, con la sua arte incendiaria e pirotecnica;
Klaus …….il controllore del vento e della luce;
Artiero ….il minimalista che raschia la tela per togliere e trasformare…
Ecco i quattro elementi che un pochino per divertimento e molto per passione dedicano questa loro mostra-performance  alla terra che li ospita cercando di rinverdire i fasti di quella che fu l’età d’oro della “Libera Repubblica delle Arti”, come la definì Marinetti: l’Albissola di Lucio Fontana, Aligi Sassu e Milena Milani, di Asger Jorn, del Gruppo Cobra, di Wifredo Lam e Agenore Fabbri.
I quattro artisti vogliono provarci, sono quattro, come i 4 amici al bar di Gino Paoli anche se non vogliono ancora cambiare il mondo…. si accontentano per il momento di svegliare la Riviera di Ponente.


Albisola, 28 agosto 2014 
Inaugurazione ore 18,00 Saletta Cinema Leone, passeggiata a mare di Albisola .


























lunedì 18 agosto 2014

un articolo fatto bene ...secondo me.







18 agosto, ore 10.30: bip … bip… bip… ecco il messaggio sul cellulare che mi avverte di una e-mail.
E’ un Google Alert.
Si parla di Fontana di Trevi. L’articolo è su un blog, “Arts Blog”.
Mi vado a prendere il caffè rimasto e mi siedo al computer.
Sono sempre contento di vedere che fioriscono nuovi “luoghi” dove parlare e discutere di Arte… non sono mai abbastanza.
E io non sono uno di quelli che pensa che di Arte debba parlare solo chi ha una preparazione specifica; secondo me di arte può parlare chi ha sensibilità, curiosità, amore per la cultura e per la verità.
Ecco perché il caffè mi va storto…
Subito c’è qualcosa che disturba… imprecisioni storiche e artistiche, commenti wikipediani che ormai hanno decisamente stancato e che non si possono tollerare in un blog che porta la parola “Arts” nel proprio stesso nome ma, ovviamente, mi disturba la superficialità con cui viene trattata la performance artistica del sottoscritto.
Possibile, mi chiedo, che a distanza di 7 anni, dopo che ormai Fontana di Trevi si trova su cataloghi d’arte editi in più lingue e distribuiti in più continenti; dopo che sono stato invitato a partecipare a numerose Biennali, tra cui quella di Venezia; dopo che Università, Accademie e Istituti italiani e stranieri mi invitano per conferenze…. possibile che c’è chi ancora che, per allungare di qualche riga il proprio articolo, scivola in malo modo su commenti gratuiti riguardanti una performance che ha fatto storia?
Perché diciamocelo, io, nonostante il caratteraccio che molti mi imputano, una critica costruttiva la accetto sempre, una opinione personale anche, ma dopo  il “diritto di cronaca” non ci si deve dimenticare che esiste anche un “dovere di cronaca”!
In ogni riga riguardante la mia performance l’autrice dell’articolo commette imprecisioni tuttt’altro che professionali, indice che la suddetta non ha avuto nemmeno 5 minuti di tempo per potersi informare sui fatti (ma non è dovere di un giornalista almeno informarsi?), sul sottoscritto (che appella “attivista”), sulla fontana che dice di ammirare tanto (MARMO?!? Da quando Fontana di Trevi è fatta di marmo?!?), sul colorante (pigmento naturale, non colorante… ormai è noto a tutti e tecnicamente è completamente differente) e sugli avverbi (“fortunatamente” non è avverbio da utilizzare di fronte ad un pigmento naturale che difficilmente potrebbe attecchire e di conseguenza rovinare il travertino – non il delicato marmo – con cui è fatta la fontana!).
Sì, lo so, non dovrei perdere tempo a puntualizzare ma c’è una cosa per cui sono e rimarrò sempre “attivista”: l’amore per l’arte e per la verità.
E per ultimo un consiglio che voglio dare prima di tutto a me stesso: prima di iniziare qualsiasi cosa, una performance, un quadro, una scultura, una ceramica, un articollo… STUDIARE, INFORMARSI, CONOSCERE.
Grazie per l’attenzione e buon lavoro a tutti.
Graziano Cecchini















Artsblog.it (Blog)

Scritto da: Arianna Ascione - lunedì 18 agosto 2014


Iniziamo la nostra rubrica dedicata alla opere più belle del mondo con un grande classico: la Fontana di Trevi, una delle fontane più conosciute in assoluto, e simbolo dell'Italia a livello internazionale.
Nei primi giorni di agosto è stato annunciato un vero e proprio boom di visitatori sul ponte panoramico allestito al suo interno: il celebre monumento infatti in questo periodo è ammirabile da una prospettiva tutta nuova, complice anche il cantiere di restauro 'aperto'. In un solo mese ci sono stati ben 250mila visitatori - tra turisti e romani -, con una media di 1.200 persone ogni ora.
L'opera, progettata da Nicola Salvi, è in stile tardo barocco, e venne inaugurata nel 1735 da papa Clemente XII, nonostante fossero ancora in corso i lavori di realizzazione. Fu completata solo dopo quasi trent'anni, nel 1762. Una curiosità: nè Salvi, nè l'autore della fontana, lo scultore Giovanni Battista Maini, videro l'opera finita. Salvi infatti morì nel 1751 e Maini nel 1752. Venne così affidato l'incarico allo scultore Pietro Bracci, e in tutto sul monumento lavorarono almeno dieci artisti. Il tema della fontana è il mare, ed è tradizione lanciare all'interno della vasca una monetina per propiziarsi un ritorno nella Capitale. Le monetine, che vengono raccolte periodicamente, vengono poi destinate alla Caritas.

Abbiamo visto molte volte la Fontana di Trevi all'interno di pellicole cinematografiche, come "La Dolce Vita" di Federico Fellini (1960) e "Tototruffa 62" (1961), e ricordiamo il gesto dell'attivista Graziano Cecchini, che il 19 ottobre 2007 rovesciò all'interno dell'opera un colorante: le acque della Fontana di Trevi diventarono rosse, fortunatamente senza conseguenze per il delicato marmo.
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