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La settimana prossima al Margutta sono due gli eventi ai quali spero di vederti.
Martedì 10 dicembre ore 18:30 - l'inaugurazione della collettiva d'arte sulle donne del rock con il consueto Aperitif Art.
Giovedì 12 dicembre ore 20:30 - la cena con spettacolo con Ketty Roselli che recita e canta Etta James, Janis Joplin, Tina Turner e Amy Winehouse.
Sotto il testo di presentazione alla mostra, gli inviti e allegato il comunicato stampa.
ti aspetto sempre con grande piacere,
Francesca
Quando l’Arte ha un’anima Rock
di Francesca Barbi Marinetti
Da un’idea di Ketty Roselli - che porta nelle sale del Margutta il suo primo spettacolo scritto, diretto e interpretato da lei,Women in Rock – nasce questa mostra collettiva dedicata alle Signore della musica.
Il riconoscere la presa diretta tra Arte figurativa e Musica Rock è storia vecchia. L’interscambio continuo e naturale tra sensibilità pittorica e musicale ha infiniti e illustri precedenti. Basti pensare, tanto per fare qualche nome, ad Andy Warhol, Mario Schifano, Keith Haring, Jean-Michel Basquiat da un lato; a David Bowie, Lorie Anderson, Peter Gabriel fino a Madonna o Michael Jackson dall’altro. O basti pensare ancora al videoclip in cui, dagli anni ottanta, linguaggi visivi e musicali si sposano alla pari con vertiginoso e popolarissimo successo.
Il Rock, nelle sue forme più o meno eclatanti, e a seconda del periodo storico, fa parte del contesto culturale di gran parte dei paesi del mondo da oltre quarant’anni. Di origine anglosassone, ha radici nel rock-and-roll, nel blues, nel rithm and blues ma anche nel folk e nel country, per evolversi poi in una miriade di sottogeneri ridefinendosi, a seconda dei casi punk, jazz, glam, soft, hard, heavy, progressive... È un genere talmente esteso geograficamente e storicamente da essere contaminante e presente nell’immaginario sound e visivo di chiunque.
Il Rock è rottura e adrenalina pura. È il dissociarsi dai luoghi comuni. È lo scardinare le regole, ma spesso anche lo sfidare la morte.
Un tratto comune lega le vite delle star musicali interpretate da Ketty Roselli: sono Janis Joplin, Etta James, Tina Turner e Amy Winehouse. Fragilità e forza smisurata si contendono la strada, stabilendo a strattoni il buono e il cattivo tempo, forgiando una sensibilità artistica che si nutre di passione umana. “La mia vita è stata come una corsa sulle montagne russe” racconta Etta James in una sua intervista, “ma se non fosse così non avrei potuto cantare. Se cantando riesco ad emozionarti fino alle lacrime, è perché ho patito l’esperienza che canto. La vita ha un caro prezzo, ma va vissuta”.
Sono donne baciate da un dono divino e martoriate da storie difficili, spesso di violenza e tossicodipendenza.
Il Rock con il suo ritmo accelerato riempie tutti gli spazi acustici e visivi. Il bisogno di infrangere diventa urgenza. E così come l’urgenza fa salire i decibel e il ritmo si fa convulso in un tempo senza pause, l’intensità rappresentativa sperimenta nuovi linguaggi all’insegna dell’infrazione e dell’eccesso, con un gusto per lo sconfinamento. Una nuova bellezza che non concede soste si regge sulla sgrammaticatura e l’antiaccademismo. Si scatena energia pura a contrasto del grigiore perbenista e routinario. La legge è quella dell’osare spudoratamente, dalla cornice all’infinitesimo dettaglio che va a colpire l’occhio o l’orecchio.
“Riempire la superficie senza lasciare un frammento di spazio libero è la mia cifra distintiva. È impulsiva, compulsiva, automatica. Assecondare questa ossessione equivale a cercare di sedare le mie ansie. Ha un effetto terapeutico. I wanna be sedated, cantava Joey Ramone. Io mi sedo da me” scrive Echaurren per una sua recente mostra, intitolata appuntoBaroque’n’roll. E la partitura pittorica senza sosta accomuna la ricerca di Palma Nasoni con raffigurazioni simboliche del sacro che rispondono ad un bisogno di redenzione dell’Anima Mundi imprigionata nella materia. Il soffio vitale, l’aria impalpabile e invisibile, diventa nella pittura tangibile e osservabile colmando il vuoto con campiture e tarsie di colore vivo. Ti colpisce un movimento compatto, spinto e musicale che pare orchestrato in ondate di cromatiche.
Il gusto per il collage e l’objet ritrouvé, d’uso e consumo di tutti, sposa il concetto avanguardista di un’arte direttamente connessa con la realtà, in Echaurren, Flora Curatolo, Bancheri. Anche il sesso, l’eros nella sua versione più sfrontata, con la cultura Rock esce allo scoperto. È una scarica di chitarra elettrica quella del ritratto sdoppiato di Madonna che bacia Naomi Campbell in Like a Virgin di Graziano Cecchini. La stessa tecnica dello ScrubArt – stampa digitale su forex trattata con carta vetrata – è concettualmente in linea con il soggetto rappresentato. Anche il lavoro di Massimo Attardi proviene dalla fotografia. Apprezzato per i suoi eleganti nudi stampati su gomma bicromata, l’artista ci regala in quest’occasione un’opera prima di grafite e acrilico su tela. L’elegante bellezza di un nudo acerbo e impudico che con una ventata ci riporta ai suoni, agli odori e agli umori degli anni sessanta/settanta.
I codici della musica procedono con quelli dell’arte con sensibilità convergenti. Se a confrontarsi con l’horror vacui sono Echaurren e Nasoni, il lato oscuro, il confine tra smisurato successo e sofferenza dell’anima rappreso in uno sguardo, o l’imperscrutabile fragilità di una grande star, emerge vivissimo nei ritratti di Lisa Eleuteri Serpieri, Pasquale Nero Galante, Stefano Mingione, o nei nudi crudi, tormentati e autobiografici, di Adele Ceraudo.
Il mondo del Rock è ricco di icone. Sesso, droga e rock-and-roll. La croce e il cuore. La nudità esposta, a volte segnata, sofferta ed emaciata. Le catene, gli indumenti di pelle, la forza, la rabbia alla stessa stregua della condizione esasperata dell’essere borderline tra vita e morte, nonché la confidenza intima, e a volte perversa, che si stabilisce tra sacro e profano in tutte le sue forme. Simboli che con le contaminazioni pop si fanno più leggere e ludiche, e quindi accessibili e sdrammatizzate, nelle composizioni di Cristiano Cascelli, nei collage di Ornella Flora Curatolo, nella ricerca pittorica volta al femminile di Elena Boccoli, nei volumi scultorei dei corpi femminili di Giorgio Bisanti.
Il mal di vivere può rivelarsi una tortuosa via per mettersi in gioco.
Il dono di un’eccellenza se non è sorretto da un giusto contesto e da una solida armonia con le altre componenti dell’essere, crea uno zoppo sulle strade della consuetudine. Sono anime che si aggirano per il mondo muovendosi come bimbi scoordinati. Procedono nella vita come degli sciancati esistenziali, quasi che l’eccellenza in dote fosse un arto smisurato. Sbattuti a destra e a manca tra logiche d’interesse materiale e l’olimpo della solitudine in cui l’apparire svilisce la crisalide del divenire. C’è chi trova la forza per reggersi. Chi possiede il carisma, l’energia, l’unicità di un linguaggio creativo che riesce a rompere le barriere della diversità trasformandola in eccezione. Ma c’è chi invece resta schiacciato, invisibile, spesso dimenticato.
È per dare testimonianza di questa amara consapevolezza che la mostra ospita un video-machinima di Marina Bellini intitolato “Red Shoes”. L’artista impegnata da diversi anni a dar voce alla creatività del metaverso, con questo lavoro dice Basta alla violenza contro le donne. Sono qui rappresentate opere 3D realizzate in Second Life da 25 artisti internazionali.
Un Basta rafforzato dalla presenza e dal sostegno dell’ADGI, l’Associazione Donne Giuriste Italiane, quotidianamente impegnate nell’analisi delle situazioni di crisi e nell’individuarne le soluzioni.
Ad accogliervi simbolicamente c’è La Vittoria, scultura monumentale in ferro di Stefano Mingione a rappresentare la forza interiore di fronte alle avversità dell’esistenza.
ARTISTI IN MOSTRA:
Massimo Attardi, Francesco Bancheri, Giorgio Bisanti, Elena Boccoli, Cristiano Cascelli, Graziano Cecchini, Adele Ceraudo, Ornella Flora Curatolo, Pablo Echaurren, Lisa Eleuteri Serpieri, Pasquale Nero Galante, Stefano Mingione, Palma Nasoni.
REALIZZAZIONE ALLESTIMENTO IN SECOND LIFE:
Il supporto scenografico della mostra è stato creato da Colpo Wexler. I partecipanti all'esposizione sono: Alpha Auer, Blue Tsuki, Cica Ghost, Daniele Daco Monday, Giorgio Mayo, Giovanna Cerise, Kicca Igaly, La Baroque, Lookatmy Back, Maddomxc Umino, Merlino Mayo, Mexi Lane, Mhyns Mayo, Mikati Slade, Mila Tatham, Nessuno Myoo, Nexuno Thespian, Nino Vichan, Paola Mills, Solkide Auer, Sniper Siemens, Swina Allen, Rubin Mayo, Rumegusc Altamura, Violetta Inglewood, Viviana Houston
Le realizzazioni grafiche/web sono curate da Raffaella Giuliani della Cierredata
Comunicato Stampa
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Tina Vannini e Francesca Barbi Marinetti
D.d’Arte
invitano alla mostra
WOMEN IN ROCK
Massimo Attardi, Francesco Bancheri, Giorgio Bisanti,
Elena Boccoli, Cristiano Cascelli, Graziano Cecchini, Adele Ceraudo, Ornella
Flora Curatolo, Pablo Echaurren, Lisa Eleuteri Serpieri, Pasquale Nero Galante,
Stefano Mingione, Palma Nasoni.
Inaugurazione: Giovedì 10 Dicembre 2013 – ore 18.30
(aperta al pubblico dal 11 Dicembre al 29 Gennaio 2014)
Il Margutta RistorArte
Via Margutta 118 - Roma
Donne sull’orlo del Rock! La Vittoria, scultura monumentale in
ferro di Stefano Mingione apre con forza la collettiva d’arte dedicata alle
Signore della musica. Women in Rock è il titolo della mostra
curata da Francesca Barbi Marinetti che inaugura nell’art
gallery de Il Margutta RistorArte Martedì 10 Dicembre.
Presenti le opere degli artisti Massimo Attardi, Francesco Bancheri,
Giorgio Bisanti, Elena Boccoli, Cristiano Cascelli, Graziano Cecchini, Adele
Ceraudo, Ornella Flora Curatolo, Pablo Echaurren, Lisa Eleuteri Serpieri,
Pasquale Nero Galante, Stefano Mingione, Palma Nasoni.
Da un’idea di Ketty Roselli, che il 12 dicembre porta
nelle sale del Margutta lo spettacolo Women in Rock, da lei stessa
interamente scritto, diretto ed interpretato,
nasce questa mostra collettiva dedicata
alle Signore della musica, accompagnata dagli accordi del chitarrista Nicola
Costa, conosciuto dal grande pubblico al fianco di Fiorella Mannoia, Ennio
Morricone, Nicola Piovani.
Tenacia, sofferenza, energia e mal di vivere.
Sono questi i tratti comuni delle Signore della Musica, protagoniste di questa
terza mostra della stagione, dove le
voci più amate del rock ma anche del blues e del pop riecheggiano nelle
opere specificatamente ricercate e
selezionate da Francesca Barbi Marinetti e che
trovano in questo luogo una nuova ed inconsueta ribalta,
perpetrando il desiderio delle protagoniste di fecondare il tempo con la
propria anima e il proprio talento.
“La faticosa complessità di un allestimento
collettivo è gratificato dall’insieme di
tutte le emozioni raccolte e racchiuse in questi quadri; fragilità e forza
smisurata si contendono la strada stabilendo a strattoni il buono e il cattivo
tempo, forgiando una sensibilità artistica che si nutre di passione umana – racconta
Francesca Barbi Marinetti introducendo alla
visione dell’esposizione– e queste sono donne baciate da un dono divino,
martoriate da storie di violenza e tossicodipendenza. Il bisogno di infrangere
diventa urgenza e i codici della musica procedono con quelli dell’arte con
sensibilità convergenti”.
Ed è proprio nei dettagli di ciascuna opera che
affiorano immediatamente i connotati fisici e sentimentali delle Signore della
Musica: la Croce e il Cuore, la nudità sofferta ed emaciata, le catene, gli
indumenti di pelle, la forza, la rabbia alla stessa stregua della condizione
esasperata dell’essere borderline tra vita e morte, la confidenza intima e a volte
perversa che si stabilisce tra sacro e profano in tutte le sue forme.
Nel polo del gusto vegetariano della Capitale si
fa già notare un albero di natale alto tre metri, dove gli addobbi tradizionali
lasciano il posto ad una cascata di dischi in vinile, ricercati e rigorosamente scelti uno ad uno.
“Il Rock è una immagine forte – sottolinea Tina
Vannini, padrona di casa del Margutta – e
abbiamo voluto osare proponendolo proprio nel periodo natalizio raccontando, anche con lo spettacolo di Ketti
Roselli, storie di grandi artiste come Janis Joplin, Etta James, Amy Winehouse
e Tina Turner, che dalla loro sofferenza
hanno dato la vita a grandi, eterni capolavori. Donne amatissime dal pubblico e
spesso mortificate nella vita privata. Per questo abbiamo voluto anche essere,
anche noi, sostenitrici della lotta contro la violenza sulle donne”.
Ospitato in questa mostra, proprio per rinnovare
l’attenzione sul tema, è di Marina Bellini è il video-machinima “Red Shoes” - le scarpe
rosse simbolo del femminicidio. Un messaggio che viene rafforzato dalla
presenza dell’ADGI, l’Associazione Donne Giuriste Italiane, quotidianamente
impegnate nell’analisi delle situazioni di crisi e nell’individuarne le
soluzioni, alla quale verrà devoluto parte del ricavato dalla vendita delle
opere.
Con il supporto scenografico creato d Colpo
Wexler, il contributo in 3D realizzato
in Second Life da 25 artisti internazionali, vede la partecipazione di Alpha Auer, Blue Tsuki, Cica Ghost, Daniele
Daco Monday, Giorgio Mayo, Giovanna Cerise, Kicca Igaly, La
Baroque, Lookatmy Back, Maddomxc Umino, Merlino Mayo, Mexi Lane, Mhyns Mayo,
Mikati Slade, Mila Tatham, Nessuno Myoo, Nexuno Thespian, Nino Vichan, Paola
Mills, Solkide Auer, Sniper Siemens, Swina Allen, Rubin Mayo, Rumegusc Altamura,
Violetta Inglewood, Viviana Houston
A cura di Francesca Barbi Marinetti
Organizzazione Tina Vannini
Ufficio Stampa Lavinia Macchiarini
lmacchiarini@gmail.com
Il Margutta RistorArte
www.ilmargutta.it
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noi cani senza lacci ne padroni