Futurismo per la Nuova Umanità… (Armando,Roma) recensione di Pierluigi Casalino
a cura di Pierluigi Casalino- a Roby Guerra per la presentazione di Futurismo per la Nuova Umanità. Dopo Marinetti (Armando editore, Roma, 2012) presso la Biblioteca Gramsciano ( a cura di Giuseppe Manias) a Ales (Oristano) il 20 2 2013, città natale di Antonio Gramsci
Digito, dunque sono. Quella del web è un’esperienza complessa, che in sé riunisce aspetti fisiologici e culturali. Arte, società e tecnologia convivono in termini suggestivi, quasi voluttuosi, nel pensiero di Roberto Guerra, neofuturista assolutamente “postfuturista e postcontemporaneo”. Interprete di un divenire che dribbla ironicamente le stesse leggi del movimento, il progetto di Roberto Guerra propone con forza un’estetica creativa dirompente, di atipici ritmi siderali. Non si accontenta questo poeta dell’universo in ricostruzione: “fantascientifico” intellettuale ferrarese, cerca di reinventare le ragioni innovative della stagione irripetibile (e mai conclusa), partorita dalla mente geniale di Filippo Tommaso Marinetti. Non solo: nella sua non breve militanza “utopico-transumanista”, segnata da singolarissimo percorso politico letterario, Guerra fissa i criteri e i limiti di una ricerca della conoscenza che svela il suo essere che, per sua stessa natura, è totalmente e costituzionalmente “postcontemporaneo”. Nelle opere di Roberto Guerra, fin dal lontano 1983, e ora ,in particolare, nel suo nuovo e folgorante volo da frontiere cosmiche, si ritrova tutta la lezione della più originale odierna futurologia. Ed è attraversato dalle mai sopite esperienze volterriane, saintsimoniane, comtiane, neopositiviste e anarcodinamiche dell’autore”, quest’astronave del FUTURISMO NUOVA UMANITA…Dopo Marinetti, Armando editore (Roma, 2012) libro che ci regala la speranza certa nel cambiamento. Riecheggiano nelle pagine di questo docureality della nuova era l’invocazione a Venere, simbolo vitale, l’inno alla Scienza, fonte autentica di felicità, e infine il canto che Guerra sembra levare ad Epicuro, rivelatore dell’infinito e liberatore dell’umanità, oppressa dall’ignoranza e dalla superstizione, facendo proprio il messaggio del De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro, futurista ante litteram. Guerra compie un immaginale viaggio nel tempo e nello spazio, dove tempo e spazio non esistono, alla conquista del mistero dell’invisibile orizzonte ultimo dell’umanità. Non si parla in Guerra di un mondo da sogno, satellitare, stralunato, perso in un’ebrezza edulcorata, ma di un’iniziativa propositiva, stellare, danzante paradossalmente alla Zarathustra…, dell’incessante condizione volta a promuovere la luce del progresso. In tal senso viene recuperata la missione sanguigna e generosa del Futurismo ferrarese, virtuale e senza ismo, ma concreta attività costante con quasi tutta l’avanguardia in certo modo sinergica con Guerra, così ricca di carica di estro innovativo (i vari Landini, Roversi, Ganzaroli, Tuzet, Forlani, Ferrante, Felloni e decine d’altri : e quì c’è tutto il significato dell’umanesimo marxista (e del Futurismo di sinistra) che Guerra promuove, demummificandolo e recuperandone l’essenza rivoluzionaria e panscientifica. La crisi che stiamo vivendo della deriva postcapitalistica rilancia il significato dell’avanguardia: un significato che non banalizza, che non semplifica, ma che ci offre lo spunto per una riflessione sul corso imprevedibile della storia. Ed è sempre il concetto dell’innovazione a far ripartire gli eventi, che, come le creature di Prometeo, vengono ridefiniti tramite internet, nuovo veicolo per sostituirli e per ridisegnarne i ritmi, di ridettarne le scansioni in chiave postfuturista. In sinergia (quasi un manuale underground Futurismo Nuova Umanità..) con i principali promotori contemporanei: Antonio Saccoccio, Vitaldo Conte, Riccardo Campa, Stefano Vaj, Graziano Cecchini,Sandro Giovannini, i cosiddetti netfuturisti e transumanisti. Soffia in Roberto Guerra un vento impetuoso che dissacra e trasgredisce, il vento di un’eresia profetica, capace di rottamare (anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi segnalato nel volume) i falsi profeti di un’ideologia ammuffita e filistea. La presentazione ,il prossimo 20 febbraio, alla Biblioteca Gramsciana di Ales del testo di Guerra segnala un momento speciale della rinascita dell’idea di homo novus, libera delle coperture liturgiche di regimi e di “chierici” ad essi organici. Per Roberto Guerra, in concludere, non è esagerato affermare che, in tutta la sua opera parigina, del 1844, Marx è molto più vicino all’anarchismo che a qualsiasi altra forma di socialismo: in queste posizioni si ritrova il principio del Futurismo di sinistra, un principio formulato dall’autore già nel 1983, in epoche non sospette (vedi sempre nel volume Microchip-Manifesto Neo-futurista).
(Casalino Pierluigi, 4.02.2013)
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