martedì 31 luglio 2012
venerdì 27 luglio 2012
giovedì 26 luglio 2012
The Graces in Rome
The Trend mannequin is designed to reflect the need to turn disused materials into new products. Photograph courtesy of Graziano Cecchini and Ludovica Cirillo. |
"Nothing comes from nothing." So contends the ancient Greek philosophical principle that pervades the historical narrative from Shakespeare to Antoine-Laurent Lavoisier's writings on the law of conservation of mass.
The principle also perfectly represents the concept of the X-Arte project, which was presented on July 6 at the First Luxury Art Hotel in Rome to coincide with the opening of Alta Roma Alta Moda A/W 2012-13 (ARAM). The project aims to align high fashion with recycled materials by creating unique works of art from donated scraps of fabric.
Italian neo-futurist artist Graziano Cecchini (well-known for dyeing the Trevi Fountain's water red in 2007) and young fashion designer Ludovica Cirillo, creator of ByLudojewellery made from recycled earphones, headphones and keyboards, came up with the concept behind X-Arte. "We want to approach the high fashion world with the goal of artistic recycling by showing how scraps of fabrics and apparently useless and old technological objects we use everyday, can be prime materials to create exclusive masterpieces," Cirillo explains.
Five Italian fashion labels (Renato Balestra, Camillo Bona, Gattinoni, Sarli Couture and Piattelli) participated by giving Cirillo and Cecchini discarded materials from their ateliers. With their strategic collaboration with five big Italian brands, Cecchini and Cirillo hope to open people's minds to the philosophy of eco-luxury.
Cecchini and Cirillo's first artwork for X-Arte is entitled The Three Graces, and is inspired by the 1812 marble sculpture of the same name by neoclassical Italian artist Antonio Canova. The duo interpreted Canova's artwork, replacing the three daughters of Zeus - Euphrosyne, Aglaia and Thalia, who were said to represent mirth, elegance and beauty, respectively - with three 3.7 metre mannequins from the Sarli Couture atelier. The mannequins represent a modern version of each of the "three Graces," and represent Need,Trend and Idea with a long drape of blue fabric given by designer Renato Balestra around their feet.
Our contemporary artwork displays the importance of joining Italian high quality handicraft with technology and recycling.
"Our contemporary artwork The Three Graces symbolises the importance of combining high quality Italian handicraft with technology and recycling. By constructing the base of The Three Graces with a computer case and microchips cards, we wanted to show that high fashion should use technological innovations nowadays to be cutting-edge and more attractive to consumers," explains Cirillo. "On the base there are a few live wires wound on a huge wooden reel. The wires evoke thread in a needle's eye, which represents highly-skilled Italian handicraft. Without these two elements, such as technology and handicraft, our Three Graces, Need, Trend and Idea, cannot exist," Cirillo continues.
In this way, the modern Three Graces seems to send fashion the message to reinvent itself according to cutting-edge and eco-friendly products buyers in modern society require.
Need is the gold and black mannequin dressed with Camillo Bona lace and plexiglass by Gattinoni. It has a broken leg "to demonstrate that fashion doesn't have to target only perfect bodies, it has to be for everyone, because why not, even imperfection can be glamourous!"
Trend is the mannequin in a Bruno Piattelli white gilet decorated with computer wires and keyboards. It represents the actual trend of turning materials no longer in use into new products with different functions: the men's gilet, for example, can become an original shawl embellished by keyboard parts as though they were Swarovski crystals.
The artwork encourages audiences to appreciate recycled materials as fashion. Photograph courtesy of Graziano Cecchini and Ludovica Cirillo. |
Finally, Idea is the mannequin in green lace because as Cirillo explains, "green evokes the colour of nature where matter can neither be created nor destroyed, but can be transformed. And the five big brands involved in the X Arte project are always ready to dare in crossing the border of creativity to transform their discarded materials into a great idea."
The modern Three Graces was even noticed byMaxxi Architettura in Rome, Italy's first national museum of architecture. In September, Cecchini and Cirillo will present their work at the YAP (Young Architects Program), an annual program to promote young architects in partnership with Maxxi in Rome.
Behind an ambitious project of contemporary art, X Arte encourages a new way to appreciate fashion and luxury - through recycling. A simple tool or discarded fabric can be turned into artwork, lending the object a new lease on life by changing its purpose. Cecchini and Cirillo created their one of-a-kind pieces with a variety of objects from the five generous ateliers, including everything from tables and chairs, to hangers and buttons.
The Three Graces could serve as a template for a proper industrial line, however in the next few months the pair intend to release a furniture collection inspired by fashion which includes oddball contemporary art recycled tables and bookshelves.
sabato 21 luglio 2012
venerdì 20 luglio 2012
martedì 17 luglio 2012
lunedì 16 luglio 2012
giornale "Il Futurista" mostra la sua vera faccia: reazionari travestiti da futuristi
martedì 27 dicembre 2011
giornale "Il Futurista" mostra la sua vera faccia: reazionari travestiti da futuristi
Riceviamo e pubblichiamo le recenti (e attese) prese di posizione di Graziano Cecchini in una lettera aperta da lui scritta, riferita al giornale "il Futurista", che ha avuto modo di smascherare la trovata commerciale che Filippo Rossi ha avuto fondando il futurista, sfruttando le terminologie del più grande movimento d'avanguardia per propagandare idee reazionarie e dietriste e asservirsi ai poteri forti. La testata propagandista di FLI si mostra per quello che è:
direttore de il futurista Filippo Rossi Graziano Cechcini
LA LIBERTÀ NON È GRATIS: MA DI CERTO
NON COSTA 28 CENTESIMI DI EURO AL GIORNO
Graziano Cecchini
Che la Libertà non sia gratis è un concetto caro a tutti coloro che da sempre si sono battuti per conquistare la propria e assicurarla agli altri. Ma da qui a dire che la Libertà sia in vendita significa dare un prezzo a qualsiasi cosa, anche e soprattutto ai valori civili che a me personalmente continuano ad essere estremamente cari (e non per il prezzo…!).
Lo slogan che Filippo Rossi continua ad usare (e ad abusare) da mesi significa due cose: la prima, che lui è uno di quelli che mercifica anche gli ideali; la seconda, che come comunicatore non ha le idee chiare.
Essere stato chiamato Filippo non dà alcun diritto di appropriarsi del nome di quello che è stato il più grande movimento di Avanguardia del 900. Probabilmente, per lui i nomi, così come i principi, hanno scarso valore. Purtroppo per lui, però, molti ancora tengono sia al nome che a principi che a quel nome: Futurismo, appunto.
Chiamare la propria creatura editoriale Il Futurista è semplicemente una piccola e scontata operazione commerciale e di immagine. Nulla di più. Come ampiamente dimostrato dai contenuti espressi da quel foglio.
Non so se i motivi siano una scarsa conoscenza del Movimento a cui si riferisce o, più semplicemente, una mentalità opportunistica che, di fatto, nega automaticamente tutti i principi del Futurismo stesso.
Forse i motivi sono entrambi.
Tanto è vero che, in perfetto stile futurista, da qualche tempo il sottoscritto ironizza sul nome della rivista, ribattezzandola “il futuribile”.
Voleva essere una battuta ironica, ma anche un messaggio: basta sfruttare il nome, e solamente il nome, di chi ha impegnato la propria vita a combattere il vecchio sistema del quale Filippo Rossi si fa, oggi, mentore!
Io ho detto basta a tutto questo da tempo e, nella mia storia, credo che nessuno mi possa accusare di appecoronamento ai poteri economici e politici ai quali altri si stringono e venerano per interessi privati.
Ricordo a tutti gli interessati all’argomento che il Futurismo nasce nel 1909 e non l’altro ieri. Ricordo anche che 2 anni prima del celebratissimo centenario del Futurismo, il sottoscritto ne rilanciava il Manifesto e lo spirito con Azioni come “Fontana di Trevi” e “Trinità dei Monti”. Beccandosi pure, per il misfatto, 8 mesi di galera: sia pure con la condizionale.
Da quel momento in poi, il mio percorso artistico e personale è proseguito sulla linea di quello che i padri del Futurismo, cent’anni fa, scrivevano, creavano e facevano. Per merito o fortuna, quello stesso percorso mi ha dato la possibilità non solo di crescere ma anche di venire a contatto con molte realtà e persone che vivono ancora all’insegna del Futurismo e che non possono, nemmeno tappandosi il naso, sopportare lo sfregio compiuto dall’utilizzo di termini carichi di storia e significato.
Già durante la presentazione de Il Futurista, fatta a Roma pochi mesi fa, nel mio intervento chiesi chiaramente con che spirito avessero deciso il nome del giornale. Specificai pure che, se “futurista” era per loro solamente un aggettivo, stavano utilizzando in maniera impropria ed illegittima un termine che non gli apparteneva. Ma che se, invece, Filippo Rossi era intenzionato a sposare totalmente la filosofia futurista e quindi era pronto a combattere il potere, a rischiare e a metterci la propria faccia, a battersi per far sentire quelle voci e quelle ragioni che non siedono sulle poltrone del potere, allora, e solo allora, sarei stato felice di essergli compagno di strada.
Come si può capire da questa lettera aperta, Rossi e la sua creatura si sono dimostrati così lontani dai principi del Futurismo da meritarsi non solo l’epiteto de “Il Futuribile”, ma anche del giornale che non c’è.
Ahimè, dal giorno della presentazione anche altre cose sono successe.
Cose che hanno continuato ad incrinare irrimediabilmente la potenziale fiducia e il potenziale rispetto che potevo nutrire nei confronti dei “futuribili”.
L’ultima è stata la fuga di Filippo Rossi di fronte ad un onesto e civile contraddittorio su Facebook. Cosa impensabile non solo ad un futurista ma semplicemente ad un Uomo.
Argomento del dibattito: il Presidente Napolitano.
Sì, sembra incredibile, tanto livore per un post su FB!
Il sottoscritto, in risposta ad un’ennesima accorata elegia del direttore de “Il Futuribile” nei confronti dell’operato del Presidente della Repubblica ha postato sulla sua bacheca un articolo in cui Napolitano condivideva e giustificava la sanguinosa repressione fatta dall’Unione Sovietica in Ungheria, nel 1956.
Il succo del mio post era questo:
L’ordine del PCI: Denigrare la rivoluzione d’Ungheria. Repressa dall’URSS la rivolta del 1956, la stampa di sinistra e l’intellighenzjia del partito si produssero in un’opera di disinformazione e calunnia contro Imre Nagy, gli intellettuali magiari e le poche voci dissenzienti a Botteghe Oscure
Io credo molto nel valore della memoria e quello che ho fatto è stato solo rammentare le parole e le azioni di coloro che ancora oggi hanno il potere di parlare ed agire anche per conto nostro. Portando solo un unico esempio!
Sarà quindi uno dei miei innumerevoli difetti ma io ritengo che sia importante ricordare, ma mai avrei pensato che un semplice ricordo potesse suscitare le reazioni che ci sono state!
Tanto da far scappare addirittura un direttore: fino al punto di escludermi fra i suoi amici di FB, “bloccandomi” (chi sa di FB sa cosa vuol dire “bloccare” un amico)! Come se fosse lui quello che nel 1956 argomentava la legittimità della repressione in Ungheria, come se fosse lui uno di quelli che operava la disinformazione su quegli accadimenti…
Insomma, Filippo Rossi non ha saputo rispondere, ma ha saputo “bloccare”.
E basta.
Come il bambino che si tappa le orecchie e scuote la testa per non ascoltare la mamma che gli dice di smettere di giocare e di andare a fare il bagnetto…
Ma allora il Futurista che razza di giornale è? E che razza di giornalista è il suo direttore? Ma non volevano cambiare il modo di fare informazione?
Se si vuole cambiare veramente, non si possono mantenere schemi dialettici formali da vecchia democrazia cristiana o da vecchio PCI! Innovare significa dare una svolta al comportamento quotidiano, anche nel lessico e finanche nel simbolico. Come possono essere accettabili elogi a Monti, Napolitano o Passera se non si parla anche del loro percorso e del loro passato?
E, soprattutto, è vergognoso evitare in questo modo un contraddittorio e contemporaneamente fregiarsi di un nome che del contraddittorio e del confronto ha fatto una filosofia di Vita!
Graziano Cecchini
Pubblicato da Italia Avanguardista a 16:10
sabato 14 luglio 2012
era solo un aggettivio.....
- Corriere Della Sera >
- Roma >
- Militanti Di CasaPound Aggrediscono Filippo Rossi, Direttore Del «Futurista»
DURANTE «CAFFEINA CULTURA» A VITERBO
Militanti di CasaPound aggrediscono
Filippo Rossi, direttore del «Futurista»
Il raid di militanti neofascisti. Il giornalista colpito a calci e pugni. E Iannone rivendica: «Solo uno schiaffone futurista»
Filippo Rossi, direttore del «Futurista» e ideatore di Caffeina Cultura a Viterbo
Il direttore del quotidiano onlineIl Futurista Filippo Rossi, ideatore e animatore di Caffeina Cultura, in corso di svolgimento a Viterbo, è stato aggredito con pugni e calci da un manipolo di militanti di CasaPound. L'aggressione è avvenuta all'1.30 nella notte tra venerdì 13 e sabato 14 nel quartiere medievale di San Pellegrino. Rossi è stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso dell'ospedale cittadino, dove gli sono state riscontrate contusioni al volto guaribili in pochi giorni.
MAGLIETTA NERA - Secondo la denuncia presentata dal giornalista in questura, Rossi avrebbe indicato in Gianluca Iannone, fondatore e presidente di CasaPound Italia, colui che lo ha colpito con un violento pugno al volto. Un altro militante del movimento neofascista, non ancora identificato, gli ha sferrato dei calci mentre era disteso a terra. Il gruppo di militanti di CasaPound che ha preso parte al raid era composto da una quindicina di giovani. Tutti indossavano un maglietta nera con il logo dell'organizzazione. Ma all'aggressione avrebbero preso parte in quattro o cinque.
Il pubblico di Caffeina in piazza
CASAPOUND: «SCHIAFFONE FUTURISTA» - E sabato mattina è arrivata la singolare «rivendicazione» di Iannone: «Quante storie per uno schiaffone futurista. Da Filippo Rossi, che si ispira a coloro che volevano esaltare "l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo e il pugno", non ce lo saremmo aspettato», scrive il leader di CasaPound Italia in un comunicato. Secondo Iannone si sarebbe trattato di «uno schiaffone come quello di Umberto Boccioni a Ardengo Soffici, che il direttore de ‘Il Futurista’ dovrebbe conoscere bene, niente di più, altro che spedizione punitiva».
«LUI CI HA DIFFAMATO» - Per il leader dell'associazione di destra, l'episodio di Viterbo sarebbe stato «una discussione tra vecchi amici che amici non sono più», durante la quale «la ricerca di un chiarimento verbale è finita in un gesto di marinettiana memoria, dopo che Rossi, che più volte è venuto a CasaPound a parlare, ha ripetutamente diffamato il nostro movimento in maniera del tutto pretestuosa». Sulla vicenda sono in corso indagini da parte della Digos.
Redazione Roma Online
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