domenica 12 luglio 2015

Risposta ad una intervista mai fatta.


Direttore: G.P. Moretti
Risposta ad una intervista mai fatta.


Il web è ormai da anni popolato da migliaia, milioni di utenti ognuno dei quali, per quella meravigliosa cosa che è la libertà di stampa, è libero di esprimere la propria opinione su qualsiasi avvenimento.
Diversa cosa dovrebbe essere il giornalismo perché il giornalismo è cosa seria.
Ed ogni giornalista, prima di scrivere per diritto di cronaca, dovrebbe scrivere per dovere di cronaca.
Mi spiego: attingere da un blog o gruppo di una trentina di persone, evidentemente omogenei tra loro fino allo scambio di persona e personalità, e tradurlo in articolo è già fuorviante, se poi si accompagna uno scritto del genere ad una biografia monca e di parte allora diventa qualcosa che con il giornalismo ha ben poco a che vedere.
Si usa poi, nei giornali “bene”, invitare ad una replica colui che viene citato e/o attaccato.
Ciò non avviene sempre.
Pazienza.
Io però sono testardo e ci tengo a dire la mia, non a coloro che non apprezzano il mio lavoro, perché è assolutamente lecito non piacere a tutti e, se io volessi piacere a tutti, avrei cercato un cappello politico sotto cui stare, ma a chi pensa che un tesserino possa dare il potere di veicolare mezze verità e piccole sciocche falsità.
Nel 2007 ho fatto Fontana di Trevi, azione che ha suscitato polemiche ben più feroci di quelle odierne ma che poi ha guadagnato articoli e interviste sulle pagine d’arte di quotidiani e rubriche d’arte nazionali ed internazionali, nonché il suo spazio su cataloghi d’arte presentati in tutto il mondo.
Ho avuto l’occasione di confrontarmi con i miei illustri critici e detrattori e la fortuna di conoscere con altrettanto evidente piacere i miei illustri estimatori e, sia gli uni che gli altri,  mi hanno onorato del loro giudizio anche sulle altre forme d’arte con cui mi esprimo.
Dipinti, sculture, ceramiche, fotografie, digital art, cortometraggi.
Ognuno di loro apprezza più alcune opere altre meno. E’ giusto e umano ed è questo il bello dell’arte. Non piaci sempre e a me non piace essere facilmente amato.
Fatto sta è che io vivo con la mia arte e anche se accolgo serenamente le critiche costruttive, ho una strana allergia alle critiche sterili e superficiali.
Ci sta che la statua posizionata in piazza Borea d’Olmo non piaccia a tutti, ma c’è da dire che sono sempre le parole cattive a urlare di più, l’apprezzamento spesso è più silenzioso perché più sereno nel giudicare.
E così, coloro che non apprezzano l’opera urlano dietro avatar mentre chi la apprezza serenamente abbassa il volume e chiude la pagina.

Graziano Cecchini.

















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noi cani senza lacci ne padroni