Roma, Giancarla Parisi e le proiezioni transumaniste di Marcello Francolini
aprile 4, 2014 • Cultura e Spettacolo, ROMA
* Roma è capitale del futurismo contemporaneo con i vari Graziano Cecchini, Antonio Saccoccio, Vitaldo Conte, Roby Guerra e Sandro Giovannini (scuola romana di filosofia politica), Antonio Fiore Ufagrà. Finalmente all’orizzonte anche una figura femminile, la piemontese Giancarla Parisi, un inedito nuovo futurismo rosa shock, prossima allo stesso Nuovo Futurismo pittorico di Marco Lodola, promosso da tempo dal noto critico Renato Barilli (recentemente intervistata proprio da La Notiziah24).
La pittrice, dopo lo mostra stessa Transhuman Woman del 2013 a Milano, replica il 10 aprile prossimo, sempre a Milano e fino al 17 con Omegalfa. The Nemesis Paradeigma. Presso lo spazio d’arte dello Studio Legale Sutti, Via Montenapoleone 8 a cura dell’AIT e del critico d’arte emergente d’area futurista Marcello Francolini, da cui la seguente presentazione ufficiale. Per il vernissage del 10 aprile, ore 18 in programma interventi degli stessi Francolini e Guerra, di Stefano Vaj e Special Guest, il celebre artista romano Graziano Cecchini RossoTrevi.
“Proiezioni Transumaniste” di MARCELLO FRANCOLINI
Giancarla Parisi attinge a piene mani sia nei confronti di una pittura retrò (Klimt, anche per l’uso di materiali di sapore ottocentesco come l’oro; il liberty, nella sua figurazione della suffragetta) sia nel mix post-pop fatto di fumetti manga, fantascienza, eroine protofemministe e colorazioni surrealiste.
Giancarla Parisi attinge a piene mani sia nei confronti di una pittura retrò (Klimt, anche per l’uso di materiali di sapore ottocentesco come l’oro; il liberty, nella sua figurazione della suffragetta) sia nel mix post-pop fatto di fumetti manga, fantascienza, eroine protofemministe e colorazioni surrealiste.
Al di là delle disseminazioni citazionali che sono presenti nelle opere della Parisi come normale bagaglio visuale dello Zeitgeist del XXI secolo, appare molto più importante mettersi al di qua del processo di visualizzazione per osservare un umanesimo tecnologico che trasuda dalle lividure epidermiche di queste madri-terre post-atomiche.
In questa “biografia “specifica la tecnologia non è vista come via d’uscita dal mondo, come “stato di Trance”, la Parisi mantiene cioè ben saldi i confini del corpo senza giungere né a una celebrazione acritica e completamente ottimistica, né a un’accettazione ingenua, che appunto, assuefà. All’opposto di ciò, qui la tecnologia è un’induzione a trascendere l’apparente, è un “valore conoscitivo dell’immaginale” che stabilizza la forma.Così mentre la smaterializzazione in atto dei processi sociali avanza verso un progressivo assottigliarsi della materialità del mondo, l’indagine di Giancarla muove all’opposto partendo proprio dalla materialità del copro, per insinuarsi nei desideri e stati interiori aspirando a ricucire una disidentità collettiva attraverso un processo di ri-iconologizzazione dell’identità.
Forme meditate e da meditare. Meditate sono le costruzioni articolate della forma mediante linee-forza sinuose accondiscendenti, ferormotiche che stimolano il gusto e i tatto. Una volta disinibito, l’astante può meditare sulla complessità dei vari simboli disseminati sullo schermo. Ecco l’evidenziarsi di telepresenze in cui l’artifizio non è mediato dalla tecnologia ma è reso evidente dall’artificiosità dell’agire pittorico che avverte un reale desiderio di trans-umanizzare”
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noi cani senza lacci ne padroni