Roma, 5 set. - (Adnkronos) -
"Sconcerta l'inserimento dell'artista Graziano Cecchini in alcuni articoli di giornale di questi giorni, titolati sulle 'offese al patrimonio architettonico della citta'' e su come 'i teppisti feriscono i monumenti'". Lo ha dichiarato in una nota Paolo Corsini, presidente dell'associazione Lettera 22 (www.lettera22.info).
"L'artista futurista - sottolinea - per tingere di rosso l'acqua della Fontana di Trevi ha utilizzato un colorante del tutto innocuo, premurandosi di non arrecare alcun danno al monumento:un gesto esteticamente avvincente, che ha ricevuto l'approvazione di molti critici. Altrettanto impattante e innocente l'altra esibizione di Cecchini, cioe' il lancio di palline colorate dalla scalinata di Trinita' de' Monti. Assurdo quindi definire le performance dell'artista futurista 'l'atto vandalico piu' famoso', come ha fatto un quotidiano".
"Non distinguere tra questo tipo di azioni e quella del delinquente o folle che ha preso a martellate una fontana a Piazza Navona - conclude Corsini - e' come mettere sullo stesso piano la 'Gioconda coi baffi' di Duchamp e chi cerca di sfregiare la Monna Lisa al Louvre".
Dall’Elefantino al Pantheon: tutti i monumenti vandalizzati a Roma
I monumenti di Roma sono finiti più di una volta nel mirino dei vandali che li hanno distrutti e saccheggiati
L’ultimo in ordine di tempo è stato l’Elefantino del Bernini situato in piazza della Minerva a Roma, sfregiato da alcuni vandali ignoti che hanno pensato bene di staccargli un pezzo di zanna. La procura ha aperto le indagini per scoprire chi sia stato a vandalizzare la statua che qualche anno fa era stata restaurata. Non è però la prima volta che un’opera della Capitale viene sfregiata, mutilata o, peggio ancora, distrutta, da qualche vandalo. I cittadini romani, e non solo, hanno ancora in mente l’assalto dei tifosi olandesi alla Barcaccia. Era il 19 febbraio 2015 quando i tifosi del Feyenoord, arrivati nella capitale in occasione della partita di Europa League, occuparono piazza di Spagna, deturpando la fontana della Barcaccia, opera del Bernini di inestimabile valore, ma soprattutto simbolo di Roma.
Ma non finisce qui. Andando indietro nel tempo la Capitale ha dovuto più volte fare i conti con i vandali che hanno cercato di deturpare e distruggere il suo enorme patrimonio artistico e storico. È entrato nella storia il gesto di Pietro Cannata, che il 14 settembre del 1991 colpì a martellate il David di Michelangelo al Museo dell’Accademia di Firenze e pochi anni dopo, da pittore mancato ed ex studente di estetica, arrivò a Roma per sfregiare i “Sentieri ondulati” di Pollock nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna (anni prima la sua furia si era accanita contro l’Adorazione dei pastori in Santa Maria delle Carceri e gli affreschi del Lippi nel duomo di Prato). Il colpo che ha ferito più di tutti i romani è però quello compiuto da Lazlo Toth, geologo australiano che il 21 maggio 1971 colpì con un martello la Pietà di Michelangelo. Il 19 luglio 2004 dei vandali staccarono un’ape realizzata dal Bernini nella Fontana delle Api in via Veneto. Il 9 agosto 1998 tre ragazzi ruppero il tritone della Fontana dei Fiumi del Bernini ubicata in piazza Navona, pochi mesi prima la stessa sorte era toccata ad un putto, il cui dito era stato amputato.
Nel 2005 la fontana della Navicella al Celio venne saccheggiata e deturpata, nell’ottobre 2007 toccò alla fontana di Trevi, divenuta rossa, mentre poco dopoGraziano Cecchini tinse anche la vasca delle Naiadi in piazza della Repubblica. Nell’agosto del 2010 venne rovinata la Fontana dei Navigatori, in piazza del Porto di Ripetta. Nel 2009 il portone del Pantheon venne danneggiato e nello stesso anno la fontana monumentale della Barcaccia in piazza di Spagna fu incisa con un cacciavite da quattro extracomunitari ubriachi.